sabato 29 luglio 2023

Intervista a Nicola Amato, autore del romanzo Stalking Letale

Sviscerato il delicato tema dello stalking in tutte le sue sfaccettature dall'autore Nicola Amato. Intervista e servizio televisivo della giornalista Rosamaria Mollica.

Per chi volesse approfondire la tematica stalking, consiglio due libri interessanti dello stesso autore:

- Stalking letale (romanzo).
 https://www.amazon.it/dp/1790426308

- Il reato di stalking e la disciplina giuridica che lo regola (saggio).       https://www.amazon.it/dp/B0BXN8XKQX


lunedì 17 luglio 2023

L'ineluttabile scorrere del tempo

È incredibile pensare di aver già raggiunto i 60 anni, ditemi che non è vero perché stento a crederci. Si, lo so, non li dimostro affatto, ma ahimè da oggi sono ufficialmente sessantenne. 

Mi colpisce la velocità con cui il tempo è volato via, sembra che i giorni siano scivolati via come sabbia tra le dita. Mi ritrovo a riflettere sulle molte esperienze che ho vissuto, sui successi e sui fallimenti che hanno intessuto la trama della mia vita. Si tratta comunque di un traguardo che racchiude in sé un mosaico di esperienze, sfide superate e saggezza accumulata lungo il cammino. Quando guardo indietro, rifletto su ogni difficoltà affrontata, ogni ostacolo superato, e riconosco quanto siano stati fondamentali per plasmare la persona che sono diventato oggi. Ogni ruga, ogni linea sul mio viso narra una storia di risate, di lacrime, di amore e di coraggio.

Le difficoltà che ho attraversato lungo il percorso hanno modellato la mia forza interiore, la mia resilienza e la mia determinazione. Mi hanno insegnato l'importanza di adattarmi alle sfide e di scoprire la bellezza anche nelle situazioni più complesse. Nonostante tutto, ho trovato la forza per superare gli ostacoli e continuare a sorridere, abbracciando la vita con coraggio.

Non mi resta ora che continuare a camminare con fierezza lungo il sentiero della vita, pronto ad affrontare nuove avventure, consapevole che ogni giorno è un dono da celebrare. Sono grato per tutto ciò che ho vissuto fino ad oggi, nel bene e nel male, e sono entusiasta di ciò che il futuro mi riserva. Che i prossimi anni siano colmi di gioia, amore e possibilità, perché ogni istante merita di essere vissuto appieno. 

sabato 15 luglio 2023

I limiti della percezione umana

Avevo scritto tempo fa un articolo sulla percezione umana, inserito in un contesto riguardante la comunicazione subliminale che spesso confida nei limiti della percezione umana, oggetto tra l'altro di una intervista che mi era stata fatta dalla rivista Wired. Vi ripropongo questo scritto, arricchendolo di ulteriori spunti di riflessione, perché lo ritengo molto interessante per capire come determinate cose avvengono e perché a volte ci comportiamo in un determinato modo.

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Iniziamo col dire che per percezione intendiamo il prendere coscienza di una sensazione, ovvero il processo psichico mediante il quale possiamo ricevere e interpretare ciò che ci viene comunicato dai nostri sensi.  Nello specifico, essa consiste nell' assegnare un significato agli stimoli provenienti dagli organi di senso e nell'attribuire ad essi proprietà fisiche.

Dobbiamo dire inoltre che, secondo il senso comune, le proprietà fisiche attribuite ai dati dell'esperienza sono oggettive e la percezione è una mera registrazione sensoriale. Per quanto concerne invece la psicologia scientifica, esse sono frutto di un'elaborazione mentale e risentono di processi cognitivi di classificazione.

La percezione dunque non è altro che la realtà trasmessa al nostro cervello come i nostri sensi la vedono e la sentono.  

Viene spontaneo allora chiedersi come mai una macchina perfetta come quella umana non riesce a percepire gli stimoli sotto la soglia della coscienza, come quelli dei messaggi subliminali. La risposta è insita nel fatto che la percezione umana restituisce un risultato che non rispecchia in maniera speculare la realtà, ossia esistono dei limiti fisiologici della percezione.  

Già i filosofi della Grecia classica avevano scoperto l’imperfetta corrispondenza tra il mondo quale è e la sua immagine che i nostri sensi ci trasmettono.  

Anche Cartesio, che opera come scienziato e filosofo per tutta la prima metà del 1600, parla dell'inganno dei sensi in quanto siamo dotati di un apparato percettivo che non è in grado di cogliere la vera struttura dell'universo. I sensi ci possono dunque ingannare se tentiamo di superare i limiti della percezione umana.

Sono tanti gli esempi dai quali si evince chiaramente l’inganno da parte dei sensi.  

Uno degli esempi più lampanti è quando vediamo un bastone che ci sembra spezzato perché immerso in parte nell’acqua. Ci sono limiti fisiologici della percezione che non consentono, per esempio, all’occhio umano di percepire gli infrarossi o all’orecchio di captare suoni al di sotto di una certa frequenza.  

La mente, quindi, sulla base delle informazioni trasmessegli dai sensi, costruisce una sua realtà che spesso si discosta da quella reale.  

Si può parlare in questo caso di realtà virtuale.  Ed è proprio su questi limiti dei nostri sensi che si basa la realtà simulata e creata attraverso l'uso del computer in cui si cerca di simulare il più realisticamente possibile la realtà effettiva. In pratica però, per problemi dovuti alle tecnologie ancora poco sviluppate e per altri inconvenienti come la limitata capacità di calcolo degli attuali sistemi informatici, non si è ancora raggiunto il realismo necessario a non accorgersi della differenza tra i due ambienti. Attualmente, la quasi totalità di questi ambienti virtuali rimangono prevalentemente esperienze visive e sonore. Gli ambienti virtuali vengono al momento programmati per alcune categorie di utenti, come ad esempio i piloti di aerei che utilizzano questa tecnologia per prepararsi al volo. 

Percezione dunque che è la base intrinseca della realtà virtuale.  In passato sono stati fatti tanti studi ed esperimenti per meglio comprendere i meccanismi che regolano la percezione umana. Tra questi ricordiamo l’impegno profuso dai rappresentanti della Gestalt. La psicologia della Gestalt, parola tedesca che significa “forma”, detta anche, appunto, psicologia della forma, è una corrente psicologica che nacque agli inizi del XX secolo in Germania e continuò poi negli USA dove i principali autori si trasferirono nel periodo delle persecuzioni naziste.

Secondo le basi concettuali della psicologia della Gestalt, non è corretto suddividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari, ma bisognerebbe considerare piuttosto l'intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti: "L'insieme è più della somma delle sue parti".  Quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri processi di pensiero.  La stessa percezione non è preceduta dalla sensazione ma è un processo immediato, influenzato dalle passate esperienze solo in quanto queste sono lo sfondo dell'esperienza attuale. Per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo schemi che ci sembrano adatti, scelti per imitazione, apprendimento e condivisione, e attraverso simili processi si organizzano sia la percezione che il pensiero.

Tra i tanti esperimenti sulla percezione effettuati dalla Gestalt si ricorda quello ad esempio di una piccola fonte di luce che si muove su una circonferenza e che viene vista, al di sopra di una certa velocità di rotazione, come un unico cerchio luminoso.  Come pure l’esperimento delle due lampadine che alternativamente si accendono e si spengono. Accelerando il processo, quello che percepiamo è solamente un fascio di luce che si muove da una lampadina all’altra.

In conclusione, l'analisi dei limiti della percezione umana ci porta a riflettere sul delicato equilibrio tra la realtà oggettiva e la realtà soggettiva che sperimentiamo quotidianamente. I nostri sensi ci forniscono un'immagine parziale e filtrata del mondo circostante, influenzata da processi cognitivi e da esperienze passate. L'incapacità di percepire determinati stimoli al di sotto di una certa soglia o di cogliere la vera struttura dell'universo rappresenta una sfida per l'umanità.

Tuttavia, nonostante i limiti della percezione, l'essere umano ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento e compensazione. Abbiamo sviluppato strumenti e tecnologie per ampliare i nostri sensi, superando alcune delle restrizioni fisiologiche. L'esempio della realtà virtuale è un'illustrazione di come l'uomo cerca di simulare e creare una realtà che superi i confini della percezione umana.

È importante riconoscere che la nostra percezione del mondo è soggettiva e influenzata da molteplici fattori. Questo ci invita alla prudenza nell'affermare con certezza ciò che è "reale" e ci spinge a mantenere una mente aperta verso nuove scoperte e nuove prospettive. I limiti della percezione umana ci sfidano a esplorare le nostre capacità cognitive e ad approfondire la nostra comprensione del mondo che ci circonda.

In definitiva, il riconoscimento dei limiti della percezione umana ci invita a essere umili di fronte alla complessità della realtà e a nutrire un costante desiderio di conoscenza e scoperta. Solo attraverso l'apertura mentale e la continua ricerca di nuove prospettive possiamo sperare di ampliare i nostri orizzonti percettivi e comprendere sempre meglio il mondo che ci circonda.

Dott. Nicola Amato


giovedì 13 luglio 2023

La steganografia sostitutiva applicata ai file immagine GIF

Il termine steganografia si riferisce ad una tecnica elusiva della comunicazione che ha origini molto antiche. Si tratta dell'insieme delle tecniche che consente a due o più persone di comunicare tra loro in modo tale da nascondere l'esistenza della comunicazione agli occhi di un eventuale osservatore. La steganografia dunque è l’arte di nascondere un messaggio all’interno di un contenitore o vettore, in apparenza insospettabile, così da rendere non tanto la decodifica del contenuto difficoltosa come avviene per la crittografia, quanto pressoché impossibile la sua stessa identificazione.

La steganografia sostitutiva è senz'altro la tecnica steganografica moderna più diffusa, tanto che spesso quando si parla di steganografia ci si riferisce implicitamente a quella di questo tipo. Alla base di questa tecnica c'è un'osservazione: la maggior parte dei canali di comunicazione (linee telefoniche, trasmissioni radio, etc.) trasmettono segnali che sono sempre accompagnati da qualche tipo di rumore o disturbo. In genere è definito rumore quel fruscio di sottofondo che sentiamo in audio, oppure il classico effetto neve di alcune immagini. Questo rumore può essere sostituito da un segnale, il messaggio segreto, che è stato trasformato in modo tale che, a meno di conoscere una chiave segreta, è indistinguibile dal rumore vero e proprio, e quindi può essere trasmesso senza destare sospetti.

Il formato immagine GIF è uno dei tanti contenitori che ben si presta per inserire al suo interno un altro file o messaggio segreto. 

Il GIF fa uso di una palette di colori, vale a dire un sottoinsieme di colori prestabilito. I pixel che formano l’immagine possono assumere uno dei colori della palette. Questo si traduce in una grossa economia di rappresentazione del file, visto che ogni pixel può essere rappresentato semplicemente da un puntatore ad un colore della palette.

Sino a poco tempo fa si pensava fosse alquanto improbabile fare della steganografia utilizzando come contenitori i file immagine GIF. Questo non solo per le evidenti difficoltà dovute al fatto che questo tipo di file è compresso in maniera pesante col metodo LZW e, soprattutto, per le ridotte dimensioni del file, ma anche per la sua particolare struttura interna. Le tecnologie moderne, invece, hanno fatto sì che venissero implementati dei software “ad hoc” capaci di steganografare dei file all’interno di immagini in formato GIF.

Per meglio comprendere, però, come sia possibile utilizzare un file GIF come contenitore, si rende necessario spendere due parole per spiegare com’è strutturato al suo interno un file GIF. Lo faremo banalizzando un po’ la spiegazione dei contenuti, rendendoli molto chiari e fruibili da chiunque, anche dai neofiti della materia. Ciò ci aiuterà a capire meglio come opera un algoritmo steganografico all’interno di un file GIF. Quello che sappiamo è che un file GIF è un tipo di immagine che occupa poco spazio sul disco in quanto è a bassa risoluzione grafica, dato l’utilizzo di massimo 256 colori.

Se prendiamo dunque un GIF, quello che vediamo noi è solo la crosta superficiale dell’immagine, mentre sotto tale crosta c’è una palette di 256 colori. Immaginiamo ora la rappresentazione di una fotografia digitale di un prato verde che contrasta un cielo azzurro. Sotto l’immagine di questo paesaggio che noi vediamo c’è una griglia con 256 caselle, contenenti altrettanti colori, che noi, però, non vediamo. Affinché sia possibile visualizzare nell’immagine il colore verde del prato, in corrispondenza della casella contenente il colore verde c’è posizionato un puntatore che indica che in una data posizione della crosta superficiale che noi vediamo ci sono dei pixel colorati di verde che corrispondono al prato. Lo stesso dicasi per il cielo: in corrispondenza del cielo azzurro rappresentato nell’immagine, nella parte sottostante che noi non vediamo, ma che ospita la palette dei colori, un altro puntatore è posizionato sulla casella del colore azzurro, il quale ci consente di visualizzare il cielo dell’immagine in questione.

In definitiva, tutti i colori rappresentati nell’immagine che noi vediamo, derivano dal fatto che all’interno dell’immagine stessa ci sono altrettanti puntatori posizionati su tutti i colori utilizzati in quell’immagine.

Come operano allora i software steganografici nei file GIF?

Dal momento che non tutti i 256 colori a disposizione vengono effettivamente utilizzati, anzi, in genere non si va oltre la metà, e tenendo in considerazione che la palette dei colori è comunque formata da 256 caselle a prescindere dai colori utilizzati, i software steganografici che si occupano di immagini GIF operano in una maniera semplicissima e, per certi versi, disarmante. Tenendo come esempio ancora l’immagine del paesaggio col prato verde ed il cielo azzurro, l’algoritmo steganografico opera nel seguente modo.

Prende possesso di una casella contenente un colore qualsiasi che non è stato utilizzato nell’immagine e vi inserisce al suo interno un colore verde identico a quello rappresentato dal prato, iniettando però al suo interno un “pezzettino” del file segreto che si vuole steganografare. Prende poi il puntatore che era posizionato sul colore verde originale e lo sposta sul nuovo colore verde nel cui interno è stato nascosto qualche bit del file segreto. Continua poi ad operare in questo modo con l’azzurro del cielo e con tutti gli altri colori utilizzati per rappresentare l’immagine in questione.

Il risultato è sorprendente: messe a confronto, l’immagine originale e quella manipolata dall’algoritmo steganografico, sono perfettamente identiche, anche se sottoposte a zoom o screening approfondito. In compenso però, nella nuova immagine si è riusciti ad iniettare un altro file, naturalmente di dimensioni ridotte per rispettare il rapporto di 1 a 8 oppure 1 a 10 tra file contenitore e messaggio inserito, per salvaguardare l’integrità dell’immagine stessa.

Come è facile intuire, partendo dai concetti di base della steganografia, è facile estendere queste tecniche ai più svariati formati. Oltre a numerosi applicativi per i formati più comuni BMP, WAV, JPEG, MP3, etc, in Rete è possibile trovare tool steganografici per i formati più vari. In particolare esistono programmi capaci di utilizzare addirittura file PDF e HTML.

Se volete approfondire l’argomento della steganografia, vi consiglio un libro chiaro e completo del percorso storico e delle nuove tecniche steganografiche spiegate con vari esempi applicativi e con l’utilizzo di software steganografici. Il suo titolo è: “La steganografia da Erodoto a Bin Laden: Viaggio attraverso le tecniche elusive della comunicazione”, e lo trovate su https://www.amazon.it/dp/1520262221 

Dott. Nicola Amato



domenica 2 luglio 2023

L’interazione uomo-informazioni e la sua relazione con il processo decisionale

L'interazione uomo-informazioni (HII), si concentra sull'interazione tra le persone e le informazioni digitali. Questo campo di studio riguarda come le persone cercano, accedono, elaborano, comprendono e utilizzano le informazioni all'interno di sistemi informatici o ambienti digitali. 

L'HII si basa sulla comprensione delle esigenze degli utenti, delle loro abilità cognitive e dei loro comportamenti quando interagiscono con le informazioni digitali. L'obiettivo principale dell'HII è migliorare l'efficacia, l'efficienza e l'esperienza complessiva degli utenti durante l'interazione con i dati e le informazioni. 

Questo campo multidisciplinare si avvale di contributi provenienti da diverse aree come l'informatica, le scienze cognitive, l'ergonomia, la psicologia e la comunicazione. Gli esperti di HII cercano di progettare sistemi che presentino informazioni in modo chiaro, organizzato e significativo per gli utenti, tenendo conto delle loro capacità e delle loro aspettative. 

L'interazione uomo-informazioni può coinvolgere diverse modalità di interazione, come la ricerca e il recupero delle informazioni, la visualizzazione dei dati, l'analisi delle informazioni, la navigazione nelle collezioni di dati e la comunicazione attraverso i dati. 

L'HII è di particolare importanza in ambiti come la visualizzazione delle informazioni, la progettazione delle interfacce utente, la gestione delle informazioni, l'informatica umanistica e la scienza dei dati. Contribuisce a migliorare la facilità d'uso, l'accessibilità e l'efficacia dei sistemi informativi e dei servizi digitali, consentendo alle persone di interagire in modo più efficiente ed efficace con le informazioni che li circondano. 

L'interazione uomo-informazioni (HII) e il processo decisionale sono strettamente correlati

L'HII fornisce gli strumenti e le interfacce che consentono alle persone di accedere alle informazioni necessarie per prendere decisioni informate e di interagire con queste informazioni durante il processo decisionale. Quando si prendono decisioni, le persone cercano di ottenere informazioni pertinenti, analizzare i dati disponibili, valutare le opzioni e infine fare una scelta. L'HII gioca un ruolo cruciale in ogni fase di questo processo.

Nella fase di ricerca delle informazioni, l'HII offre strumenti come motori di ricerca, basi di dati o altre fonti di informazioni che permettono agli individui di trovare dati rilevanti per il problema o la decisione da prendere. Una volta ottenute le informazioni, l'interazione uomo-informazioni diventa importante per analizzare e comprendere i dati. Le visualizzazioni dei dati, ad esempio, possono aiutare a rivelare modelli, tendenze o relazioni nascoste all'interno dei dati, facilitando così la comprensione e l'interpretazione delle informazioni.

Durante il processo decisionale, l'HII consente agli individui di valutare le diverse opzioni disponibili e confrontarle tra loro. Le interfacce utente intuitive e interattive possono fornire strumenti di supporto alla decisione, come diagrammi, grafici, tabelle comparative o simulazioni, che aiutano a valutare le conseguenze delle scelte.

Infine, l'HII supporta anche la comunicazione delle decisioni prese. L'interazione uomo-informazioni consente di presentare i risultati del processo decisionale in modo chiaro e comprensibile, attraverso la visualizzazione dei risultati, la generazione di report o la condivisione delle informazioni con gli altri interessati. 

In sintesi, l'interazione uomo-informazioni fornisce le tecnologie e le interfacce che aiutano le persone a cercare, accedere, comprendere e utilizzare le informazioni nel processo decisionale. Rendendo le informazioni più accessibili, comprensibili e utilizzabili, l'HII può migliorare la qualità delle decisioni e favorire il raggiungimento degli obiettivi desiderati. 

Facciamo un esempio pratico di interazione uomo-informazioni nel processo decisionale:

Immagina di essere un imprenditore che deve decidere in quale nuova località aprire un negozio per espandere il tuo business. Per prendere una decisione informata, dovresti interagire con le informazioni disponibili attraverso l'HII. 

  1. Ricerca delle informazioni: Utilizzando strumenti di ricerca come motori di ricerca e mappe, potresti cercare informazioni sulle aree geografiche, le demografie, la concorrenza e i trend di mercato nelle diverse possibili località. 
  2. Analisi dei dati: Utilizzando strumenti di visualizzazione dei dati, potresti analizzare grafici e diagrammi che rappresentano le informazioni demografiche, i dati di vendita, i flussi di traffico o altre metriche pertinenti per valutare il potenziale successo di ogni posizione.
  3. Valutazione delle opzioni: Utilizzando interfacce interattive, potresti confrontare le diverse opzioni di posizione in base a criteri specifici, come costi dell'affitto, vicinanza alla tua base di clienti esistenti, accessibilità ai trasporti pubblici o quantità di concorrenza nella zona. 
  4. Comunicazione della decisione: Utilizzando presentazioni visive o report, potresti comunicare la tua decisione a partner, dipendenti o investitori, spiegando i dati e le ragioni che hanno portato alla scelta di una particolare posizione.

In questo esempio, l'interazione uomo-informazioni consente di cercare, accedere, analizzare, valutare e comunicare le informazioni pertinenti per prendere una decisione informata sulla scelta della posizione di negozio migliore. L'HII ti aiuta a ottenere una visione più chiara e completa delle opzioni disponibili, migliorando la qualità della tua decisione e riducendo il rischio di errori costosi. 

Esistono infine diversi software e strumenti che supportano l'interazione uomo-informazioni (HII). Questi strumenti sono progettati per facilitare la ricerca, l'accesso, l'analisi e la presentazione delle informazioni in modo da supportare il processo decisionale e migliorare l'esperienza dell'utente. 

Ecco alcuni esempi di software e strumenti HII: 

  1. Motori di ricerca: I motori di ricerca come Google, Bing e altri consentono agli utenti di cercare e accedere a una vasta gamma di informazioni online in modo rapido ed efficiente.
  2. Strumenti di visualizzazione dei dati: Software come Tableau, Power BI e Google Data Studio offrono funzionalità di visualizzazione dei dati, permettendo agli utenti di creare grafici, diagrammi e dashboard interattivi per analizzare e comprendere meglio i dati. 
  3. Sistemi di gestione delle informazioni: I sistemi di gestione dei contenuti (CMS) come WordPress o Drupal, o i sistemi di gestione delle basi di dati (DBMS) come MySQL o Oracle, aiutano a organizzare e gestire le informazioni in modo strutturato, facilitando l'accesso e la ricerca delle informazioni desiderate.
  4. Software di analisi dei dati: Strumenti come Excel, R e Python forniscono funzionalità avanzate per analizzare dati complessi, applicare modelli statistici e generare visualizzazioni dei dati per supportare il processo decisionale. 
  5. Strumenti di presentazione: Software come Microsoft PowerPoint o Prezi consentono di creare presentazioni visive e coinvolgenti per comunicare e condividere informazioni in modo chiaro ed efficace.

Questi sono solo alcuni esempi di software HII disponibili. L'interazione uomo-informazioni può variare a seconda del contesto e delle esigenze specifiche dell'utente, e di conseguenza esistono molti altri strumenti e applicazioni che supportano questo tipo di interazione. 

Dott. Nicola Amato